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  • Immagine del redattoreDott.ssa Moretti

Gravidanza dopo la PMA: il paradosso dell'attesa

Aggiornamento: 17 gen 2019

Gioia e paura due sentimenti entrambi molto forti e contrastanti che caratterizzano la gravidanza dopo un percorso di procreazione medicalmente assistita.



“…Per nove mesi il tempo della tua attesa, è stato come se dovessi riposarmi da tutto lo stress accumulato durante la tua ricerca… Ti immaginavo ti sognavo eppure avevo la folle paura che non ti avrei mai visto. Tuo padre dice che a causa della mia melanconica natura non mi sono goduta il tempo dell’attesa. Sbuffavo e brontolavo ti sentivo ma non ti conoscevo. Ha ragione è stato così: è stata più la paura di perderti che la gioia di averti a paralizzare gran parte dei miei sentimenti…

…Sono così pentita di non aver vissuto serenamente i primi giorni della tua attesa, quando la paura della tua possibile perdita ha paralizzato il mio diritto a sentirmi finalmente felice che, non me lo perdono. Ho perso quell’occasione. Per paura perché si diventa pavidi di fronte alla grandezza dei miracoli”.

R. Clementi “Lettera a un bambino che è nato”



La felicità in seguito alla scoperta dell’avvenuto attecchimento dell’embrione e quindi della gravidanza si snocciola piano piano…alla prima lettura delle analisi, in cui le Beta risultano positive; alla successiva lettura, per vedere se sono aumentate, finchè non si arriva alla prima ecografia.

Una felicità sempre soffocata dalla paura, la quale accompagnerà la coppia in particolar modo per il primo trimestre, paura così intensa di perdere nuovamente il figlio tanto atteso da predominare, quasi, sulla stessa intensa felicità che a sua volta desidera traboccare.

Quando iniziare a gioire? Quando iniziare a sentirsi veramente genitori in attesa? Quando considerare il pericolo passato?

È il paradosso della gravidanza post PMA, ovvero la contemporanea presenza di sentimenti contrastanti: da una parte c’è la felicità per la gravidanza dall’altra la paura per la possibile perdita del bambino. Questo paradosso è creato non solo per la fatica con cui si è riusciti a concepire e, soprattutto, per la paura di un ennesimo fallimento in una fase in cui sarebbe ancora più difficile arginare il dolore della perdita, ma anche per la difficoltà a transitare dall’identità di coppia infertile a quella di coppia in attesa.

In modo particolare nella donna se l’esperienza passata di infertilità non viene lasciata alle spalle per cedere il posto all’identità presente di donna in attesa, il senso di inadeguatezza, normalmente presente anche nelle donne che hanno concepito senza l’aiuto della PMA, influirà sulla paura di non essere in grado di portare  a termine una gravidanza. Paura che in alcune resterà taciuta perché ora che hanno ottenuto ciò che desideravano tanto non hanno “il diritto di lamentarsi”, così come per lo stesso motivo potrebbero negare le difficoltà psico-fisiche che normalmente una gravidanza comporta.

Quando la paura non viene gestita adeguatamente essa non lascia spazio alla gioia ritardando addirittura l’instaurarsi della relazione tra genitore e il piccolo feto che cresce dentro il grembo. Alcuni coniugi ritarderanno i preparativi per accogliere il figlio atteso oppure contatteranno spesso chi li ha seguiti durante il percorso di PMA .

La coppia va quindi aiutata a vivere la nuova realtà di una gravidanza in corso ges tendo quelle paure che appartengono alla precedente identità transitando alla nuova identità di coppia in attesa del figlio tanto desiderato e non attesa di una perdita.




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